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Inviato da admin il 16 Dicembre 2010 - 11:11
Riprendiamo l’antica pratica napoletana del “caffè sospeso”.
Si usava nei bar di Napoli, quando una persona era particolarmente felice perché aveva qualcosa da festeggiare oppure perché aveva iniziato bene la giornata, beveva un caffè e ne pagava due, per chi sarebbe venuto dopo e non poteva pagarselo.
Era un caffè offerto ….. all’umanità. Di tanto in tanto qualcuno si affacciava alla porta e chiedeva se c’era “un caffè sospeso”…. e spesso riceveva in cambio anche un sorriso.
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il progetto RETE DEL CAFFE’ SOSPESO
è sostenuto dai fondi otto per mille
della Chiesa Valdese (Unione delle Chiese metodiste e valdesi)
)
Le “ombre cinesi” del Caffè Sospeso
7 aprile 2020
Riflessioni sulla “spesa sospesa” e sui piccoli circuiti della solidarietà al tempo de Coronavirus.
Nata in tempo di guerra, l’usanza del Caffè Sospeso è tornata di moda in questo scorcio di secolo ventunesimo, come antidoto proletario ad una tragedia che guerra non è o, almeno, ci hanno spiegato, non va chiamata così, perché la guerra è una cosa ben più seria.
Anche se di morti ce ne sono tanti, ma proprio tanti.
Figlia di una coincidenza del tutto naturale (così pare), la pandemia che ha svuotato le strade del mondo ci ha impedito di reagire alla maniera che il popolo ritiene da sempre più congeniale in questi casi, dandosi cioè la mano e abbracciandosi, per regalarsi solidarietà. Ora non è possibile, ora è il tempo del distanziamento sociale.
Ok, stiamo a casa. Eppure deve esserci un modo di aiutarsi che non sia quello di fare una videochiamata. State sicuri, c’è ed è anche ricco di fisicità, non è virtuale.
Qualcuno, nei vicoli di Napoli, ha tirato giù un paniere e ci ha messo su un cartello per dire che, pure dal balcone, si può essere di aiuto a chi vive per strada.
Qualcun altro è andato più in là, ha evocato lo spirito del Caffè Sospeso e ha dato forma ad una nuova creatura, la “spesa so-spesa”, che ha attecchito nelle regioni del sud prima di essere nuovamente esportata in tutt’Italia, senza infrangere le regole del lockdown.
E così, si torna a parlare di questa vecchia abitudine partenopea di fare dono ad uno sconosciuto, ma stavolta è diverso. Non si tratta più di un caffè che si può consumare nel brusio di un bar e andar via, senza lasciare traccia. Stavolta il fautore della solidarietà non è più un barman vecchio e sornione che squadra l’avventore e ne indovina le scarpe da tennis sotto la giacca consunta.
Oggi la “chiave dell’acqua” è il bottegaio che raccoglie le confidenze delle famiglie, che conosce palmo a palmo la geografia del quartiere, dei bassi, della gente nascosta dietro una finestra semichiusa; è lui il confessore della precarietà cronica di un single, di un capofamiglia carcerato o disoccupato, dei debiti contratti dalla anziana vedova dirimpettaia, della mamma chiusa in casa col figlio disabile o malato di mente, di una coppia giovane con il frigo vuoto che non sa a chi appellarsi per il latte ai bambini, di un lavoratore al nero che non ha più scale da pulire.
E così, improvvisamente, dopo gli applausi alla sanità pubblica, abbiamo riscoperto anche i piccoli commercianti, quelli che fanno ancora credito e ti procurano quel prodotto che non si trova più, comprese le mascherine pezzottate e l’amuchina quasi originale. Salumieri, macellai, ferramenta, verdumai e panettieri hanno recuperato punti preziosi sui loro diretti concorrenti che sono i supermarket di catene francesi e padane, luminosi, scintillanti e assortiti, con “gondole” che trasudano salmone e formaggi di ogni provenienza.
In fatto di umanità, questo esercito di piccoli imprenditori, condannati fino a ieri a scomparire per effetto di una globalizzazione che non lascia scampo, ha preso una bella rivincita a suon di sentimenti, muovendosi come rianimatori nelle corsie dei condominii, laddove piccoli appartamenti silenziosi nascondono fragilità sociali che
sfuggono ai censimenti e alla dichiarazione dei redditi. Il piccolo esercente arriva fin dentro queste stanze dimenticate, rintraccia i suoi perduti avventori di cui conosce i gusti alimentari (e pure la marca delle sigarette preferite), distribuisce la frutta fresca, qualche dolce per i bambini e un po’ di pasta, pelati e olio che sono l’ossatura portante del pasto familiare. E’ un Amazon che non chiede password perché sa già tutto della sua comunità e si mette in moto ogni mattina, senza vergogna di chiedere, a chi passa per il suo negozietto, di aprire il portafoglio e fare quello che lo Stato tarda a fare: riconoscere l’esistenza di una categoria di invisibili, fatti di carne e ossa.
Questa strana macchina improvvisata, questa rete anonima della “spesa sospesa” che non fa capo ai grandi circuiti della solidarietà, si dissolverà con il ritorno alla cosiddetta normalità, pur avendo espresso una forza sociale tellurica e spesso ignorata.
Queste “ombre cinesi”, chiamateli pizzicagnoli, fruttaioli, cotecari o casadduogli, ma non chiamateli eroi, non verranno mai intervistati da nessuno e neppure ringraziati pubblicamente, perché la legge del Caffè Sospeso vuole così.
Dona e vai, senza mai chiedere chi, come, dove, quando.
L’antica pratica del Caffe Sospeso (lasciar pagato un caffè al bar per uno sconosciuto) nel 2010 è stata ripresa e rilanciata da un’associazione che raccoglieva sette piccoli festival i quali si univano per un reciproco mutuo soccorso. Da questa idea lanciata in tempi non sospetti hanno risposto decine e decide di locali, bar (l’elenco in questo sito). In seguito la pratica del Caffe Sospeso si è trasformata in “pane sospeso” in biglietto del “cinema sospeso” ed ora nella “spesa sospesa”. Grazie a tutti
Per la Rete del Caffè Sospeso Maurizio Del Bufalo con i territori rappresentati:
Marina Café Noir –Cagliari, Valsusafilmfest -Valle di Susa, Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, S/Paesati-Trieste, Riaceinfestival Riace, Filmfestival sul Paesaggio -Polizzi Generosa, Lampedusainfestival- Lampedusa
Le nuove adesioni alla rete
Nel 2019 la Rete del Caffe Sospeso si è rimessa in cammino con le nuove adesioni di eventi culturali.
Fino al cuore della Rivolta |
Faber Festival |
Associazione Culturale Chitina Artistica di Bergamo |
Balla con i Cinghliali |
Sosteniamo la lotta del Popolo Curdo con il film “Nujin – Vita Nuova
Il Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli invita tutte le associazioni italiane che sostengono la lotta del Popolo Curdo a diffondere, attraverso manifestazioni pubbliche, incontri e dibattiti, la proiezione del film “Nujin – Vita Nuova” del regista curdo Veysi Altay. Il film, della durata di 45 minuti, con sottotitoli in italiano, di grande forza narrativa e straordinaria attualità, racconta la storia di alcune donne soldato curde che hanno partecipato alla battaglia per la liberazione di Kobane dalle truppe dell’ISIS (sett. 2014-genn. 2015).
La distribuzione del film è gratuita, in pieno accordo con il regista che è stato condannato, per terrorismo, dal tribunale turco di Batman ed ora è in attesa della sentenza di appello che, molto probabilmente, lo porterà a scontare due anni e mezzo di carcere in Turchia.
Chiediamo a tutti coloro che sono interessati ad organizzare proiezioni di sostegno alla causa Curda, di mettersi in contatto con noi, scrivendo alla email , segnalando il nome di una persona e di una associazione di riferimento, completo di email e di un recapito telefonico, e inoltre la città, il luogo e l’ora dell’evento, raccomandando la massima mobilitazione possibile. Non daremo risposta alle richieste individuali o a richieste prive di questi dati.
Il “Pranzo Sospeso”
Dopo il Caffè Sospeso, il Biglietto Sospeso (per andare al cinema) ed il “Panino Sospeso”, la Cooperativa Sumisura che gestisce lo spazio in via Baltea 3 a Torino lancia il “Pranzo Sospeso”, un fondo per coprire le spese per chi non può pagarsi un pranzo.
Sumisura è una cooperativa nata nel 2007 che opera nell’ambito della rigenerazione urbana e dello sviluppo locale. È composta da architetti e operatori sociali che lavorano in modo integrato, mettendo a sistema le diverse professionalità.
In Via Baltea 3 a Torino hanno creato un luogo multifunzionale con laboratori artigianali, un’attività di ristorazione e spazi per i servizi per i cittadini ed il quartiere. Un’ex tipografia di 900 mq in cui oggi trova spazio un bar sociale, una caffetteria multiuso dove scambiare saperi e sapori….
> maggiori info in www. viabaltea.it
Panta Rei Servizi Educativi – Nidi e scuole dell’infanzia
La cooperativa Panta Rei ha genesi e formazione da Reggio Children e dal Comune di Reggio Emilia. https://www.pantareiservizieducativi.it
E’ ormai da tre anni che offriamo il Caffe Sospeso nella nostra scuola dalle 7,30 di mattina alle 9 tutti i mercoledi, alle famiglie del nido scuola, agli amici e al quartiere perché crediamo nell’idea di una scuola terriorio.
I bambini invitano e servono chiunque entri a Choreia a gustarsi un buon caffè sospeso accompagnato da un messaggio pensato, scritto, regalato da loro e scelto tra i progetti in essere nella scuola. Chi accoglie l’invito e l’offerta del caffè deve lasciare a sua volta un messaggio alla scuola.
Caffè Sospeso come modo per farci conoscere e conoscere nuove persone, incontrare nuovi pensieri, scambiarsi idee e aprire la scuola alla città.
Servizio del TG1
sul Caffè Sospeso e sulla ‘rete di solidarietà’ da esso ispirata che si sta allargando a macchia d’olio in diverse parti del mondo…. anche grazie al lavoro della nostra Rete!
¿Hay un café pagado para mì?
LA RETE DEL CAFFE’ SOSPESO APPRODA IN SPAGNA
Già da tempo la Rete del Caffè Sospeso ha superato i confini nazionali con bar e locali che hanno aderito all’iniziativa in Brasile, Spagna e Svezia…
Ma ora in Spagna è nata anche la Red Española de Cafés Pendientes che si ispira in gran parte alla nostra iniziativa ed è a tutti gli effetti una nostra grande sorella.
Un bell’articolo de El Pais ne descrive agli spagnoli la nascita e le origini
Leggi l’articolo de El Pais
PREMIO INTERNAZIONALE MARISA GIORGETTI
www.premiogiorgetti.org
La Rete del Caffè Sospeso aderisce al Premio Internazionale Marisa Giorgetti che intende dare visibilità e valore alle opere e alle azioni delle molte persone, in Italia, in Europa o in altre altre del mondo, che sono rimaste poco note, o persino sconosciute, per condizionamenti geografici, politici o sociali, o per scelta di riservatezza, pur avendo prodotto opere letterarie di pregio (nelle forme più varie, dal romanzo, al raccolto, al reportage) nello specifico tema delle migrazioni e della cultura del dialogo oppure abbiano operato in campo sociale o culturale per la promozione dei diritti umani fondamentali con particolare attenzione ai cambiamenti profondi che le migrazioni determinano sia nella società di destinazione che in quella di origine.
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‘Pure ‘n carcere ‘o sanno fà‘
L’associazione Sapori Reclusi da anni propone e realizza progetti che raccontano il carcere attraverso l’arte della fotografia e la cultura del cibo. Due ingredienti che riescono ad avvicinare mondi molto distanti e a mostrarli con occhi nuovi. Queste caratteristiche nel tempo hanno fatto sì che anche il mondo dell’imprenditoria veda come punto di riferimento la nostra associazione per un modo diverso di raccontarsi e fare comunicazione.
Il progetto “Pure ‘n carcere ‘o sanno fà” nasce dalla collaborazione tra la Rete del Caffè Sospeso e Sapori Reclusi per raccontare con immagini e testi la vita in cella, ma soprattutto le storie di alcuni detenuti. Un progetto che si raccoglie attorno al rito della preparazione di una tazzina di caffè, della sua condivisione. Da quando si prepara la moka a quando l’aria è pregna dell’odore di caffè, in carcere come fuori, si instaura spesso un rapporto particolare tra i presenti. È un momento di pausa, di sospensione, di tregua > leggi tutto
il progetto ha dato vita anche a una mostra fotografica di Davide Dutto presentata ad Omegna los corso agosto. Puoi leggere maggiori informazioni, le rifelssioni del fotografo e vedere maggiori immagini cliccando quiIl p
Importanti sostegni alla Rete del Caffè Sospeso
Il Sindaco di Napoli Luigi De Magistris e Alex Zanotelli , quando sono venuti a conoscenza della Rete del Caffè Sospeso, hanno deciso di rendere pubblica la loro adesione ai principi e agli obiettivi di questa associazione e si sono resi disponibili a partecipare ad alcune future iniziative.
Ma abbiamo ricevuto anche altri importanti sostegni:
Erri De Luca: “Mi associo all’offerta di un caffè sospeso, per il passante che si affaccia e chiede un benvenuto. Glielo lascio in caldo a ritirarlo quando vuole”
Franca Rame: “Lascia un caffè pagato, fallo come se fossi tu stesso la persona che lo berrà. Un grazie da Franca Rame.”
Alex Zanotelli: “Na ‘ tazzulella e’ cafè per chi viene dopo di me”
Luca Mercalli : “Ci sono troppe cose che lasciamo in sospeso. Con noi stessi, con gli altri, con il mondo. Cominciamo ad affrontarle con un caffè”
Massimo Carlotto : “Che idea semplice e straordinaria lasciare un caffé pagato a uno sconosciuto che non se lo può permettere. Un piccolo gesto concreto, tra i tanti che danno senso alla nostra irriducibile volontà di una vita degna per tutti”
Gianmaria Testa : “E’ soltanto un caffè, ma lascia una traccia, un profumo che si aggiunge e resiste a consumi frettolosi. Buono come il gratis delle cose condivise senza tornaconto di ringraziamenti”
Andrea Satta della band musicale Têtes de Bois: “E’ la sorpresa che cambia in meglio l’umore… chi arriva raccoglie fragrante, chi lascia mistero gigante”
Paolo Rumiz: “La parola Cffè è la più pericolosa nei Balcani. Prima era la stessa ovunque; dopo la guerra l’hanno differenziata e degradata a dichiarazione d’identità. Che vengano in Italia, se hanno problemi. Ad annegare l’idiozia in una tazza senza passaporto, che li aspetta.
Una conclusione non c’è
Videoclip di Giacomo Sferlazzo Regia di Salvatore Billeci Giacomo è uno dei principali organizzatori del Lampedusainfestival |
Il documentario
Evidenziamo il documentario come forma culturale forte, trasversale, in grado di mettere in relazione mondi, e progetti, ma sono ovviamente parte integrante di questo percorso ogni proposta per ogni espressione artistica.
Il documentario vive in Italia, e in generale in Europa, un momento difficile, compresso com’è tra il mercato della fiction e l’uso televisivo che ne sfrutta l’intensità espressiva, lasciando poco spazio agli investimenti per produzioni locali e sperimentali. [continua a leggere…]
ARTICOLO SULLA PRESENTAZIONE DELLA NOSTRA RETE
sul blog di “Sapori Reclusi” http://saporireclusi.org
Articolo di Titta Fiore su IL MATTINO che parla della nostra Rete
leggilo cliccando qui
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